Angeli delle discariche
di Mario Tozzi
Fino a qualche decennio fa li abbiamo gettati via senza pietà. E senza domandarci
dove sarebbero andati a finire. Fino a che non hanno cominciato a rigurgitare fuori dalle buche in cui speravamo di averli seppelliti per sempre. Ma alle volte ritornano, e abbiamo così rischiato di vederci sommersi da tonnellate di rifiuti di ogni tipo, compresi quelli tossici e pericolosi.
Allora abbiamo cominciato a recuperare quello che era possibile e abbiamo
visto che conveniva: vetro, carta, legno,plastica, metallo trovavano una seconda
vita. Ma faremo in tempo per evitare che l'intero pianeta diventi un enorme pattu-
miera? ln Andalusia, dove il fotografo Jasper Doest ha scattato questa immagine,
le discariche hanno ormai drasticamente influenzato il comportamento delle cico-
gne, che hanno sostituito la loro dieta a base di rane, insetti e piccoli roditori, con
i rifiuti, ingoiano o portano ai loro pulcini anche gomma, materie plastiche e scarti
tossici letali.
Unico vivente sulla Terra, l'uomo non ricicla i rifiuti che produce e
fabbrica materiali che il sistema naturale non riesce a rielaborare. Per questa ragione sono nate le discariche che, in alcune parti del mondo povero, stanno diventando luoghi abitati come se fossero città. Come a Lupang Pangako (letteralmente "terra promessa"), di Manila, una vera e propria collina di immondizia, prodotta da 4.500 tonnellate al giorno di rifiuti, su cui mangiano, dormono e si amano gli 80.000 abitanti del luogo.
L'immondizia è lo specchio della nostra società e i rifiuti ci fanno capire chi siamo.